Siamo abituati ad incontrare software proprietario che lede la privacy degli utenti, che li obbliga ad aggiornamenti forzati o che prende in ostaggio i loro documenti, ma la faccenda Volkswagen tocca un ulteriore fondo. In questo caso il software sulle centraline delle auto, proprietario e tenuto strettamente segreto, permetteva di barare sui test di emissioni, mettendo in circolazione auto che nell'uso effettivo rilasciavano quantità di ossidi di azoto di molto superiori ai limiti di legge.

Uno dei fattori che ha aiutato a tenere nascosti questi trucchi per più di dieci anni è la difficoltà di analizzare il software delle centraline in modo legale. Non solo infatti il codice sorgente non è disponibile, ma negli Stati Uniti anche lo studio del compilato è illegale a causa del DMCA (Digital Millenium Copyright Act): una legge nata per ostacolare le violazioni di diritto d'autore è stata usata per impedire che ricercatori indipendenti analizzassero il software delle auto in circolazione. Ogni tentativo di ottenere un'eccezione è stato ironicamente ostacolato dalle case produttrici con lo spauracchio della possibilità che permettendo lo studio si sarebbero diffusi firmare modificati con prestazioni maggiori ed emissioni fuori norma.

Se si richiedesse che software critico come quello delle centraline delle auto fosse libero (o almeno liberamente studiabile e con strumenti che permettano di verificare la corrispondenza tra il sorgente pubblicato e quanto effettivamente installato sull'auto), questi trucchi sarebbero molto più difficili, e sarebbe anche più facile accorgersi per tempo di problemi di vario tipo, a vantaggio dell'ambiente e della sicurezza sulle strade.

Per approfondire la questione Volkswagen, si può partire dall'articolo in italiano di Paolo Attivissimo; per ulteriori riflessioni su come l'uso di software Libero avrebbe impedito questi trucchi si possono leggere gli articoli (in inglese) di EFF e Bradley M. Kuhn.